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Eikyuu Kazoku



Titolo Giapponese: 永久家族
Produzione: Studio 4°C
Anno: 1997-1998
Tipo: OAV
Durata: 30 min

Direzione: Koji Morimoto
Musica: Chito Kawachi
Character Design: Koji Morimoto
Art director: Kazuko Katsui




Trama e commento by Third_Eye

Premessa:

Quanto segue non è una recensione facile e veloce da consumarsi, perché tale non è il prodotto in questione...

Trama e considerazioni:

In un futuro non troppo lontano (ok, ho rubato l'incipit ai Centurion, per chi li rammenta; era tanto che volevo farlo...), il programma televisivo più seguito è un reality con gente qualunque e di cui il pubblico si bea beota...

E sin qui niente di nuovo sotto i riflettori... Tutto anzi mestamente attualissimo, senonché quello che caratterizza i partecipanti: lo "show" è permanente e queste vere e proprie cavie sono, letteralmente, ex animali da laboratorio riciclati nell"entertainment...

Tutto era partito come un esperimento scientifico per sondare le reazioni spontanee di 6 soggetti posti in situazioni artificiali; abbandonato il cammino della scienza, si successivamente abbracciato quello ben più remunerativo dello spettacolo, scegliendo i contesti da filmare solo in funzione del plauso del pubblico...

Ignari di essere star e completamente, soggiogati da un lavaggio del cervello in piena regola prima e dalla quotidiana meschinità della loro gabbietta sotto ignari riflettori dopo... Ecco la condizione di QUASI tutti i membri di una famiglia assemblata a tavolino per scopi di ricerca vivono come tamagotchi in carne ed ossa un'esistenza routinaria, grigia, meschina e degradante per la gioia del non certo più nobile voyeurismo altrui...

Qualcosa però traspare, affiora... Anzi galleggia, in quel water così squisitamente borghese che incornicia quella continua performance che per il cast si chiama "vita"...

Trovandosi giorno dopo giorno vittime ed attori di una teatralità involontaria, parossistica, paradossale e sostanzialmente grottesca, le loro menti iniziano a deragliare...

Non più fluide e ben centrate come gli ingranaggi che spesso ci guidano da una scena e l'altra e che rappresentano la costante immanzenza di un deus ex machina onnipresente, onnipotente e sostanzialmente privo di umanità: il sistema che ingabbia tutti, cast, personale del network, spettatori e ne comanda a bacchetta le pulsioni...

Un sistema che non ha confini ben precisi... Ne è parte anche il cast, l'eternal family, che agisce e pensa solo in funzione di quei ruoli da macchietta in cui si è trovata calata...

Ecco allora che un figlio non si farà problemi a graffitare in casa o usare violenza (anche amorevolmente ambigua, come con l'intasata genitrice e la sua gestazione fecale) verso gli altri incluso il padre, l'altra parlerà con e tramite un burattino (pensatela come figlia naturale del Ventriloquista e di Babydoll da Batman), il piccolo in fasce cercherà di tagliuzzare tutto e tutti con le sue pericolose e puntute forbici, la figlia maggiore sarà una piromane in erba che pensa solo al suo innamorato che non esiste, la madre cinguettante angelo dei fornelli con assurdi problemi intestinali e quel padre-capo-famiglia assurdo, caricaturale, giullare di se stesso che gira con una bambola gonfiabile legata alla schiena e dotata (palesemente, ma nessuno pare farci caso) di telecamera...

È facile leggerci dietro satira, satira crudele quanto scontata, satira presa pari pari dai modelli che i media propongono e rilanciano: l'adolescente tipo, superficialmente iperaggressivo, ma dentro insicuro e mammone, la femme fatale che gioca con il fuoco, ossessionata da un grande amore, la casalinga ossessionata dall'espellere scorie dal proprio corpo prima ancora che dalla propria casa, la bambina che gioca felice con le bambole, per rafforzare l'idea di sè e cercare la stabilità che non ha e non può proprio avere...

Non mancano un cane con un'aerofagia da adynaton ed un pollo surreale non solo perché parlante a ricordare quanto poco disti l'uomo catodico dalla bestia...

Ma l'alienazione causata dall'assurdo non finisce qui: l'intero personale del network veste divise da giullare, si prodiga in oscure ritualità tribali nel momento di bisogno, si distingue da chi sta di fronte la telecamera solo per una piccola scintilla di consapevolezza... Consapevolezza che tutto questo è audience...

E chi genera l'audience??? Ominidi brutali, animalescamente passionali, ottusi, avidi, iracondi, gelosi, morbosi, inclini a muoversi in branco tanto quanto poco inclini a pensare o cercare di capire...

Avvertenza: non è un anime per tutti: la prima parte è decisamente pesante... Mi ha portato più volte la nausea per quello spaccato di non-umanità che ritrae senza alcuna pietà... La seconda è molto più leggera, ma al contempo più impegnativa, lo scenario si fa più ampio e solletica la testa con una fine e sottile satira che, ripeto, non è per tutti...

Se quindi all'inizio il regista ci tira un pugno all'addome, con la stucchevolezza di una melassa che sa di liquame, poi, una volta prostrati, ci apre la testa e ci solletica le meningi con una rancida piuma d'oca...

Vale la pena vederlo??? Se ci si sente di poter resistere al disgusto che arriva a generare la più profonda abiezione umana, amplificata nel riflesso di altri umani cosi come li vorremmo vedere per sentirci meno infimi e se si vuole vedere materiale per ragionare, riflettere e, perché no, soffrire giusta indignazione, allora direi proprio di sì...

Vale la pena ri-vederlo??? Sì, se si è usciti indenni dalla prima visione... Non subito però... Magari dopo qualche anno, per vedere se quello che ci aveva destato tanto disgusto, forse perfino raccapriccio, sia diventato nel mentre sordida ma pur sempre ordinaria amministrazione...

Si noti che in origine si trattava di ben 53 (!!!) corti da 30 secondi trasmessi in TV; successivamente radunati in un DVD uscito in Giappone nel 2004, rendendo l'opera, di per sè già impegnativa, sicuramente più fruibile, anche se al contempo l'impatto putrido e degradante della prima parte ne risulta amplificato...